domenica 28 ottobre 2018

Umanamente, Aranzulla

Quando smanettavo e la scatola della tecnologia rimaneva cocciutamente chiusa (più o meno come adesso), digitavo quelle parole su google: come…. aranzulla.

E ufficialmente è per capire meglio quel mondo che mi reco puntuale all'Aranzulla Day a Milano, sfidando pure lo sciopero dei trasporti. Solo che mi accade ciò che già avevo provato qualche mese prima, intervistandolo: mi distraggo dalle indicazioni di metodo tecnico, per fare qualche riflessione umana.

Sarà colpa della solita cicatrice che mi porto dietro da una vita, quella di filosofa testarda. Salvatore guida, fornisce un sacco di indicazioni, non vacilla mai, ma c'è qualcosa che mi colpisce più di tutto.  Lo vivo soprattutto durante la fase delle domande.

Non ce  n'è una di fronte alla quale scuota il capo; anzi spesso annuisce. A volte nei commenti esordisce con un "assolutamente". Le ritiene importantissime, le domande, e piano piano anche  noi, tanto che non ci vergogniamo. Mi viene in mente ciò che mi disse in quell'intervista, purtroppo telefonica (detesto essere separata da un mezzo, perché di solito siamo già abbastanza separati dalle nostre idee), ovvero quanta attenzione dedicasse alle mail che indicano gli errori.

Quanto cresci, con gli errori. E allora, vuoi non avere pazienza con gli altri e persino con te stesso.

Mi piace che in un campo così tecnologico scorra tanta umanità. E' come se contassimo ancora un po', noi umani. E vuoi vedere che contiamo davvero.

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