lunedì 1 luglio 2019

Ascoltando con Quirino

Conosci qualcuno da sempre. Te ne convinci. Rivedi il primo incontro, quando ti avviavi sulla strada del giornalismo e frugavi tra Comuni piccoli e umani, che ti portano anche lontano.

Quirino Quisi era così: un uomo radicato nel suo territorio, che mi parlava però di Brasile e dell’impegno per i più poveri anche in altre terre. L’ho ritrovato diverse volte nella mia vita, medico anche a fianco di persone care e fragili, psichiatra, uomo di cultura e molto altro.
Ma adesso lo ritrovo qui, tra le pagine raccolte con la dedizione e la tenerezza di sempre dalla moglie Rossella Semplici.

I racconti di Quirino – medico dell’anima.

Combattendo la malinconia dei ricordi, mi metto in viaggio con lui. Anzi, prima di tutto salgo sul treno da Busto a Milano e lo vedo immerso in un’azione che me lo dipinge benissimo: ascolta. Con attenzione, curiosità che non è morbosità e senza verdetti in tasca: giudicate voi! Queste ultime due parole, le fa scivolare durante l’osservazione e non so persuadermi se sia un invito a farlo davvero oppure quasi una provocazione, perché i giudizi sono così lesti a uscire tra la gente, che non facciamo in tempo a fuggire, se lo vogliamo.

La malinconia che citavo, la trovo anche in lui, ma non è arrendevolezza. Si unisce ad esempio alla voglia di riavere un paese dove si esce di casa e ci si saluta, non ci si chiede: chissà chi è questo che attraversa la mia strada.
Chissà chi siamo noi, Quirino. Me lo chiedo, mentre scrivi a Papa Francesco, come a un padre più che a un pontefice, nonostante quella “T” maiuscola.  Perché sì, gli dai del tu e nel ringraziarlo, nell’invitarlo a rimanere accanto a noi, ti firmi semplicemente così: Tuo Quirino.
E quanti  volti si incontrano e raccontano la fragilità, la diversità che – ricorda Quirino – è ricchezza.

Quanti sentimenti anche contrastanti, suscitano gli altri, suscitiamo in noi stessi.

La paura di morire, specialmente quando hai già avvertito quella fitta al cuore,
E d’altro canto, «l’impellente bisogno di tralasciare tutto, di partire e fuggire via, per potermi sentire nuovamente vivo».

E poi ancora volti, molti di donne, la dignità dell’amore che dà loro luce senza gridare. Quante ne incontro, quante persone, mai personaggi. Mi stupiscono alcuni racconti, mi sbilanciano, mi fanno dire: non può essere Quirino.
Poi basta una pennellata, un aggettivo, una frase che prende voce oltre la pagina e lo rivedo: assorto e impegnato a occuparsi degli altri. Ad ascoltarli, prima di tutto.

Ne poso due qui, sottovoce.

Eppure, in Etiopia, non ho mai visto una persona lamentarsi.

E quella magica in un momento terribilmente autentico, con una donna che la vita fa divenire di nuovo bambina.

Si doveva, forzatamente ritornare nel mondo delle fiabe.

E allora non c’è altra cura, nessun’altra risposta se non la tenerezza. La stessa che mostra Rossella nel porgere questo libro e farne un mattone per costruire sempre “Casa Quirino”, perché chi è fragile possa contare ancora sul suo aiuto.





“I racconto di Quirino – Medico dell’Anima” a cura di Rossella Semplici, Bonomi Editore.

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