Non è una notizia sconvolgente, il ritiro di Diego Forlan.
Per una manciata di istanti, si spalanca una voragine di anni. Nella vita e in un suo cassetto. Una sera, in un ristorante fatto di pietra sul lago, nervosa per non poter divorare tutta la partita ai Mondiali, una partita che non doveva dirmi nulla.
Eppure a me interessava l’eterna rincorsa dei secondi, popoli così distanti da ritrovarsi davanti a un pallone.
Dieguito, l’Uruguay, e ancora l’Atletico che acchiappa un sogno. Poi, quando arriva nel mio Paese dove scorrono i soldi per l’idolo del calcio, il sogno perde grinta e consistenza.
Dieguito che ha tanti doni e un dolore che trasforma in generosità, accanto a sua sorella.
Tutte queste immagini scorrono, ma non come gli anni... non i suoi. Quelli da una partita poco importante, che è diventata un momento indimenticabile.
Anche per questo, grazie Diego e buona Vita. Il calcio che sa emozionarmi anche per la sua umanità.
http://neicassettidimalu.blogspot.com/2010/07/la-mia-vera-finale.html
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