martedì 19 novembre 2019

La macchina della libertà

Fremevo per agguantare la patente e un'auto, che erano sinonimo di libertà. Non avevo compreso, nemmeno lontanamente, che era già tra le  mie mani, la macchina della libertà.

Questo cassetto si apre, alle immagini intrecciate alla vita di Olivetti.

Erede di una dattilografa, ne avevo afferrato solo pallidi riflessi, eppure mi erano bastati per illuminare la vita.

Una macchina da scrivere, da tempestare di sogni. E quando è arrivato il computer, ho cercato invano di ribellarmi. I sogni, tanto, si moltiplicavano con quello strumento apparentemente magico.

Ma la prima che mi ha permesso di volare lontano, è quella macchina che mi spingeva a correre e poi mi costringeva innumerevoli volte a pensare, a prendere un respiro su una lettera, a cedere al dispiacere di cancellare per scoprire di poter ripartire più forti.

La macchina della libertà, aveva una musica che non riusciva a perdersi. E anch'io mi sono ritrovata così a lungo, che oggi mi sembra di non essermi smarrita, ancora.

Una macchina da scrivere vista in Scozia 4 anni fa

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