mercoledì 13 novembre 2019

La vita cambia ogni giorno. Come una canzone

Ci sono canzoni che ti appartengono, a maggior ragione sfuggendoti. A volte, interi album. Ne ho portato uno in questi cassetti, di anno in anno, e stasera si riaffaccia con un nuovo volto a undici anni dal momento più devastante della mia vita.

Quando fu pubblicato "Out of control", c'era una canzone che ero indecisa se detestare o adottare a slogan di vita. Peter Criss usciva dai Kiss, io non volevo lasciarlo andare anche se poi sarebbe entrato nel gruppo quel batterista unico - anche nella rara umiltà - di nome Eric Carr.

Ma l'album che Criss consegnò a volto nudo, era troppo carico di suggestioni per una ragazzina. By myself, da solo, ripartire ancora. E poi - proseguendo tra i brani - sentire, sentire che devi lasciar(ti) andare. E ancora, diagnosticare quello che serve anche quando suona paradossale: essere fuori controllo per governare la vita, quella vita che finalmente inizia. Perdersi per ritrovarsi, sempre.

Nelle ore che mi incatenano più dolorosamente nel ricordo alla partenza di mio padre, queste canzoni mi rincorrono e faccio fatica a riconoscerle, o a riconoscermi.

Perché il tempo non è più dalla mia parte, ma ho voglia di ripartire, ancora. E non posso più dire, come affermava Peter Criss, che ho atteso a lungo. Perché Dio sa quante volte sono ripartita lasciando i facili traguardi: aspettare, non è stato mai il mio forte. A volte, incrocio gente che dice: potessi anch'io. Ma non ho potuto: l'ho voluto, pagando il prezzo.

Davanti, avevo una guida, un padre al quale tanti hanno detto ciò che non era in grado di fare. E lui l'ha sempre fatto, mandando giù stanchezza e dolore, tanto che persino io non me ne sono mai resa conto fino in fondo. E' un esempio bellissimo e terribile: perché quando hai un padre così, è chiaro che non sarai mai alla sua altezza. Che lui non è solo insostituibil, è pure inimitabile. E poi ti svegli e capisci che non puoi affatto imitarlo. Non devi. Non perché non lo ami abbastanza, ma perché lo ami tanto.

Poche ore fa, una persona cara di famiglia colpita da un lutto a sua volta ha descritto mio padre così: un uomo straordinario, al quale la vita ha cercato di togliere troppo, e lui si è ripreso tutto con gli interessi. Un bambino che non poteva camminare da solo, ha viaggiato per tutto il pianeta.

Io non sono come lui: sono nata con una sorte più benevola, la vita poi mi ha tolto altro. Ma quello che ho potuto, me lo sono ripresa. Quello che ho voluto, ancora di più.

E ogni giorno, come Peter Criss cantò 39 anni fa, ogni volta si può ripartire, con le proprie forze. La vita, per quanto si sia addentrata nel sentiero del tempo, ricomincia ogni giorno. Cambia, come una canzone. Non importa se accanto a te, lo capiscono: tu stai camminando e ti stai costruendo il tuo miracolo.

Proprio quando ti dicono che non potrai mai fare qualcosa, è il momento di farlo.


My life
It's gonna mean somethin'
My life
It's gonna be that way

I've been trying so long
Wasting time
There's so much that I want to do
There's so much that I got to do

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