mercoledì 20 novembre 2019

Nemo me impune lacessit

Quando si insinua la nebbia dell'umanità, mi appare nella mente questo grido orgoglioso che ammonisce sul castello di Edimburgo.

Nessuno mi sfida impunemente.

Ci sono tanti esercizi di potere, necessari soprattutto a chi potere non ha, per fortuna. C'è chi prova a soffocarti e questo è bellissimo, perché se lo fa, è perché tu respiri: ma intensamente, tutto attorno a te.

Perché tu vivi.

C'è chi prova a schiacciarti, e siccome chi si comporta così è un vile solitamente, lo fa di notte, cioè in maniera oscura, cercando di sorprenderti. 

Una lezione che la Scozia ha già smantellato da tempo con le sue leggende. Quando gli invasori capirono di poter vincere solo con l'inganno, non finì come a Troia. Questo perché la natura, la vita, si ribellarono. 
Scesero a piedi scalzi nella vallata mentre gli scozzesi dormirono, per vigliaccheria fino in fondo. I cardi, però, creature tra le più umili e orgogliose al contempo, decisero che ciò non poteva accadere. Difatti, gli invasori furono punti dalle spine e gridarono di dolore.

Al che i guerrieri, quelli veri, si svegliarono, si difesero e li sconfissero.

Nessuno mi sfida impunemente.

Questo per me rappresenta il fiero motto. Non vendicarsi, non fare scenate, anche se vedi tutto nitidamente.

Piuttosto, saper attendere e saper combattere al momento giusto. Perché c'è sempre un cardo che ti mette sul chi va là, ma poi tocca a te decidere come sconfiggere chi è un vigliacco, non un guerriero.

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