giovedì 12 marzo 2020

La luce, naturalmente

Quando apro gli occhi, il cielo è sempre meno buio. La luce arriva sempre prima. Naturalmente: sento quasi il sorriso del poeta Heine, che pur poi rese ancora più immortale la Lorelei, incantatrice sul Reno.

Perché sorprendermi, appunto: camminiamo verso la primavera. Ma in quest’epoca dove ci ha stravolto il coronavirus, ciò che è naturale ora quasi stupisce.

E mentre cerco di domare i pensieri, esce una bestiolina, in cucina. Una forbicina. Da piccola avevo il terrore di tutti gli insetti (non che ora io sia una ganza), ma lei mi spaventava in particolare. Infatti, nei racconti sussurrati nelle sere d’estate, un bimbo mi assicurò che in un campeggio una forbicina era entrata nell’orecchio di un ragazzo ed era penetrata fino al cervello.

Questo mi fece spostare nel cestino dei desideri l’opzione campeggio.

Però adesso è qui, in cucina, e afferro un pezzo di carta per portarla fuori, sul balcone. Sto per rallegrarmi del salvataggio, quando mi accorgo che lei mi è sfuggita, anzi devo averla pure ferita e lei scompare in un angolo irraggiungibile, forse a morire da sola.

La luce, naturalmente, osserva tutto e non racconta bugie per consolare.

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