sabato 21 marzo 2020

Voglia di contare le margherite

Stamattina una spolverata di pioggia ci ha  spinte fuori nella nostra minuscola area di movimento. Ma le prime luci l’avevano già portata via.

È rimasta una sferzata di aria fredda che all’inizio mi ha fatto piacere. Alla cagnolina, un po’ meno. Nei giorni già afosi ho implorato uno sguardo all’indietro, verso l’inverno, perché con la mascherina non ho uno splendido rapporto.

Adesso la mia tiepida felicità è evaporata subito. Sono davanti a casa con il cane per due minuti, ma basta meno per prendersi il mal di gola, mi dico. E mal di gola significa poi raffreddore, tosse, magari febbre. Tutto raggruppato in una parola: paura.

Così chiudo bene la giacca e metto pure il cappuccio per un motivo semplice: non voglio avere (più) paura.
Il suono dell’aria spegne altri rumori, da un’auto scende un signore e sale su un’altra vettura, penso che forse andranno a lavorare e che sarà per gli altri, in una fresca domenica mattina. Per combattere male e paura.


Adesso, prima di infilarci nella nostra tana, ci è venuta voglia di contare rapidamente le margherite. I loro brividi, no: ce li lasciamo indietro.

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