giovedì 19 settembre 2013

Il re di Busto e il cavaliere del Sudafrica (al cospetto di Cesare)

Bisogna essere a Roma forse per rivivere cerimonie dal sapore antico. Come quando il re sceglieva e investiva i cavalieri, riti con la loro immutabile sacralità.
Io ho avuto la fortuna di partecipare poche ore fa a qualcosa di simile e commovente. Il nostro ragazzino Giannino Gallazzi, ripercorrendo Roma con la sua Maria Pia, nota un giovane straniero con una maglia a strisce bianche e blu, accanto alla fidanzata, seduti nei pressi della statua di Cesare. Quei colori, quella bellezza nel cielo intrappolato dalla storia di Roma, sono irresistibili. E Giannino si dirige verso la coppia, chiedendo da dove provenga e se sappia che magica maglia indossa.
Il ragazzo racconta di essere sudafricano, non segue il calcio e gioca a rugby. Bisogna che Giannino gli spieghi: questa è la maglia della Pro Patria, la squadra della mia città.
Non è finita. Giannino prende un piccolo stemma adesivo della Pro e glielo incolla al petto, mentre il giovane stupito sorride.
Tutto questo al cospetto di Cesare. E se non si tratta di un'investitura dal re di Busto al cavaliere del Sudafrica, non so cosa sia. 


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