Volevo stare rintanata nell'oscurità protettiva che avevo trovato. Era così bello sostare lì: ci avrei trascorso autunno e inverno.
Ma qualcosa, qualcuno mi ha cacciato. E gli occhi non volevano alzarsi, finché hanno dovuto arrendersi alla meraviglia. Un cielo stupendo, vario e indescrivibile nella città sotto l'assalto gioioso del tramonto.
Sbuffi rossi e allegri dalla punta del grattacielo. Carezze rosa sulla fabbrica abbandonata, dove già si insinua la natura. E lassù, un combattimento buono di sfumature, come l'intera tavolozza del cuore.
La natura è più forte, mi dico, nel bene e nel male. Ma mai mi incute lo stesso timore di noi esseri umani. E almeno, sa consolare.
Poesia, benvenuta!
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