domenica 30 settembre 2018

Notte e più delicati dell'autunno (e di quel libro grande grande)

Quand'ero piccina, vedevo pochi fiori: solo quelli che mio padre coltivava tenacemente sul balcone. Allora spalancavo un libro grande grande e ci tuffavo dentro il volto, per respirarne i colori, perché invece del loro profumo mi arrivava quello della carta.

Adesso, passeggio tra giardini che mi offrono assaggi delicati,  più delicati di quell'autunno che mi prende in mano, non mi spinge verso avventate incursioni. Cammino piano, il tempo di scegliere un fiore da non toccare. 

Finché torno a casa e riapro quel libro grande grande, non sapendo dove io mi perda di più.

Notte e più delicati dell'autunno.

sabato 29 settembre 2018

La natura e il nostro miracolo

Vengo da una giornata fortunata, termine che non posso che declinare in benedetta. Sono stata nel Giardino condiviso di San Vittore. Dove non c'era niente, se non terra che pareva condannata nel non generare più niente e invece da ieri ha ripreso a fiorire accanto al centro clinico del carcere di Milano.

Non improvvisamente: quest'ultima parola è sconosciuta alla natura, e persino agli uomini che si ritengono  un universo a sé.

Su La Provincia di Como, grazie a Luca Nespoli, domenica racconto cosa sia questo progetto. Questa sera, vi porto profumi e colori delle mie emozioni. Penso a uomini e donne che hanno creduto che Milano fosse ovunque, anche qui. Soprattutto qui, mi viene da dire oggi.

Riascolto le storie di uomini che hanno zappato. Che hanno il cuore altrove, nella famiglia lontana, nella terra che li ha accolti e li ha fatti crescere, eppure hanno lavorato questa terra, seminato, curato, e ancora lo faranno in nome di una responsabilità antica. Che sperano di andarsene presto e quindi questo lavoro  l'hanno compiuto anche per altri.

Perché questa è la natura e il suo miracolo. Anzi, il nostro miracolo se accettiamo di essere parte di lei.

venerdì 28 settembre 2018

Notte e il pezzo di luna che manca

Eri già irresistibile prima, figurati con quel pezzo che ora manca. Luna, dico a te.

Chissà che fine ha fatto. Forse rimasto attaccato a un sogno, blatera un romantico. Magari appiccicato a una stella più affascinante delle altre, anche nel non farsi notare. Magari l'hai nascosto, in un lampo di timidezza.

Io credo quel pezzo debba ancora venire alla luce, in un eterno gioco di rincorse. Non importa se l'ho visto ieri, io già sto tendendo la mano verso domani.

Notte e il pezzo che manca.

giovedì 27 settembre 2018

Notte e se cerchi le chiavi

Il momento è difficile. Ne hai la conferma, quando infili rassegnata la mano nella borsa a cercare le chiavi.

E lì avviene l'inaudito.

Le trovi. Non è possibile - ti dici -, devono essere altre chiavi, non quelle dell'auto che storicamente non si possono far catturare così, al primo colpo.  Quel mistero ricco di certezze, che trova sostegno dalle visioni di altre donne che frugano per ore nella borsa. 

Mica è una distinzione rigorosa di sessi però. Mi ricordo il professore puntiglioso di un convegno che a un certo punto impallidì: dove ho lasciato le chiavi.

Poi un giorno sai benissimo dove trovarle 

Questo è il punto.

Il momento è drammaticamente chiaro. C'è un motore da avviare. E una portiera da chiudere.

Notte e se cerchi le chiavi (è un momento chiave)

mercoledì 26 settembre 2018

Notte e l'oro sul mio orizzonte

Mi appare come fuoco, poi si scioglie in oro. Improvvisamente mi rammarico del fatto che qui vengo troppo poco.

Al confine tra la campagna e le fabbriche che hanno provato a trovarle una nuova vita.

A pochi chilometri da casa mia. Persone silenziose come il cielo, si aggirano con i loro cagnolini. Uniche sagome in movimento sull'orizzonte.

Che tesori si incontrano, quando si osa tornare da sé.

Notte e l'oro sul mio orizzonte.

Dialoghi reali - Chi (ama) prima

- Ma secondo te ti ho amato prima io o prima tu?

- Non ne ho idea.

- Dai, credi di aver capito prima di tu di amarmi?

- Non lo so.

- Credo di essere stata io.

- Perché?

- Perché io arrivo sempre prima di te, alle cose.


Chi (ama) prima

martedì 25 settembre 2018

Notte e la meta dietro l'angolo

Devo raggiungere un indirizzo che a naso so trovarsi nella mia zona, ma non ho idea di dove sia con precisione. Mi affido a lui, il principe navigatore, che ultimamente è stato piuttosto paziente.

Clicco e scopro che ci metterò più di dieci  minuti. Mi stupisco perché non credevo che questa fosse una metropoli e mi trovo a esplorare un'area misconosciuta, persino un po' perigliosa tra svolte improvvise e buche.

Primo round, ok. Quando esco dalla casa, decido che non inserirò il navigatore perché sono troppo immersa in riflessioni ed emozioni. In qualche modo, me la caverò. Svolto a destra e mi trovo in una delle vie più familiari, che a volerla seguire con una certa diligenza conduce dritta a casa.

Mi stupisco, la meta dietro l'angolo e io a girovagare per dare retta a un dispositivo meccanico.

La meta è spesso dietro l'angolo: primo passo, non affidarsi a meccanismi fuori da noi e alle false sicurezze. O forse non c'è una regola, se non mettersi in viaggio, ancora.

Notte e la meta dietro l'angolo.

lunedì 24 settembre 2018

Notte e troppi addii

Ci sono attimi racchiusi a fatica in giorni, in cui pensi che stai pronunciando troppi addii.

Stai cercando una ragione e ne perdi subito un’altra.

Credi di intravedere un angelo e da altre ali è adombrato.

Tutto questo viavai in cielo, non puoi fingere di sopportarlo, mentre resti sulla terra.

Notte e troppi addii.


domenica 23 settembre 2018

Il campione che ascoltava i piccoli (mica è finita, grazie Giorgio Rossi)

- Ragazzina, ma tu sei della Roma? E vivi qui a Busto Arsizio?

Fuori dall'atrio dell'albergo, io ho solo voglia di piangere, perché il mio piano perfetto è stato smantellato dal portiere, mica della squadra. Niente autografi dei miei eroi, sbattuta fuori appena nella reception avevano capito che la persona che cercavo era un'invenzione, per incontrare i miei campioni.

E io invece l'ho appena incontrato, un campione, solo che ancora non lo so. Vedo solo un uomo dagli occhi buoni, che si preoccupa della mia tristezza. 
- Ragazzina, non piangere e stai qui. Adesso andranno tutti a cena, i giocatori della Roma. E tu avrai gli autografi di tutto, te lo prometto.

Questa storia comincia qui,  Giorgio Rossi. E non finisce mai. Nemmeno oggi che tu te ne sei andato o così pare. Perché dopo 55 anni (e più) con la Roma e a fianco dei più piccoli, come dei grandi, con la stessa cura, con il medesimo sorriso, non si può mica andare lontano.

Un senso della vita


Abbiamo viaggiato insieme per un bel pezzo di vita, nel nome del calcio e qualcosa di più. E io non posso che dirti grazie, ancora. Anzi, per sempre, dentro quel campo infinito in cui sei sceso, o meglio salito.

Bisogna tornare alle origini del nostro incontro sì, quando nella lombardissima Busto Arsizio io cresco romanista. Un po' per spirito da rompiscatole, all'inizio, un po' perché avvertivo qualcosa di speciale, un senso della vita che raramente ho trovato poi nel calcio. Vincere, che brivido, ma farlo con stile, con passione, senza ingordigia: altrimenti amen, siamo felici ugualmente. Ne parlai anche nel mio libro dei secondi, ricordando l'importanza della tua amicizia. 

http://www.nomosedizioni.it/limportanzadiesseresecondi


Io allora ero emozionatissima di incontrare Falcao, grazie a te, ma nel cuore mi sono rimasti gli occhi onesti di Di Bartolomei. E poi Nela, il mio prediletto. Tutti sfilavano davanti a me, e grazie a te tutti firmavano puntuali il mio quadernetto. 

Mica era finita. Mi chiedevi di tornare, il giorno dopo, per inondarmi di foto. E l'hai sempre fatto, scrivendomi biglietti, aggiornandomi sui campioni, mandandomi pure la maglietta con dedica, di anno in anno, di decennio in decennio.

- Ciao, Marilena. Sto a massaggià er Pupone.

E io ridevo, perché grazie a te, ho fatto sempre sparire le lacrime, memore di quella prima lezione. 

Rimanendo bambina


Crescevo, rimanendo bambina, ma solo tu potevi spiegarmelo sul serio. Come quando affrontai l'esame orale di giornalista. Concentratissima, peccato che scoprii che nel ristorante davanti all'hotel ogni tanto passava Giannini. Al che la mia attenzione si spostò più alla necessità di mangiare lì, per incontrare il Principe.

Non accadde, ma i camerieri fecero un tifo spropositato per il mio esame e festeggiammo. In quell'occasione, prima dell'esito, ricordo una passeggiata insieme in cui tu provasti a offrirmi un caffè. Solo che per fare cento metri, ci abbiamo messo mezz'ora e di caffè non so quanti ce ne hanno offerti passanti e baristi. 

Ma il momento che mi ha spalancato ancora di più la consapevolezza su ciò che sei, sull'amicizia, sulla lealtà, sul calcio che racchiude tutti questi valori, è venuto dopo. E prima di altri piccoli, grandi gesti.

Quando arrivo a Roma per seguire un incontro al Senato. Terminato l'evento, sono ad aspettarti con una serie di persone seriose, finché ti presenti tu, che invece sei serio. Sei vestito nel segno dalla Roma dalla testa ai piedi e quelli ti guardano male, io ti ammiro e mi dico: meno male che Giorgio è venuto a prendermi e adesso chiacchieriamo un po'.

Invece, mi fai salire in macchina, perché devi farmi conoscere una chiesa che nessuno di questi lombardi di passaggio si ferma a scoprire mai. Io rimango ammirata, mentre me ne racconti la storia. 

Mica è finita.

La lettera custodita


Mentre mi riporti in albergo, apri il cassettino dell'auto e mi mostri un foglio: è la lettera di ringraziamento che ti avevo scritto tanti anni prima, quando mi avevi fatto conoscere Tancredi, Di Bartolomei, Falcao, Conti, Pruzzo, Nela, Chierico e tutti, tutti gli altri, compreso Liedholm naturalmente.

L'hai conservata con te per tutti quegli anni, quella missiva scritta dalla ragazzina di Busto Arsizio, che intanto vergava di giallo e rosso i fogli e sognava un calcio così, per sempre. 

non è stato un calcio così, per sempre.

Ma tu Giorgio, sì.

E allora adesso che mi fa male, proprio male, sapere di non poterti più abbracciare, io ripeto la frase che è caduta in questo cassetto più di una volta.

Mica è finita.

Tu ascolterai sempre i piccoli, accanto ai grandi, e sempre ti dirò:

grazie Giorgio.

venerdì 21 settembre 2018

Notte e facendo a meno

Molte cose che sembravano essenziali al mondo, mi scivolavano via come sostanza dissolta in accidente: non mi hanno mai appassionata.

Eppure, mettendo insieme anni più che saggezza, mi rendo conto di quanti oggetti veri e virtuali io abbia accumulato. Adesso, sembrano solo un peso, che si assottiglia a poco a poco.

Posso farne a meno. Lascio cadere un'abitudine, un cibo, un gesto. Li contemplo, mentre volano via o si sciolgono sotto l'assenza del mio sguardo.

Facendo a meno, si cresce e ci si avvicina al punto da dove siamo partiti: nudi e fragili, ma finalmente fieri.

Notte e facendo a meno.

giovedì 20 settembre 2018

The Last Kiss (dica 45)

Dai su, non scherziamo. Avete sempre suonato con me sul palco della vita. L'anno scorso ero lì a Torino, consapevole del tempo che è volato, ma continua ad abbracciarci.

One last Kiss. Un ultimo bacio, distribuito nel pianeta a suon di concerti per dire che 45 anni sono tanti, tantissimi. Che si vorrebbe continuare all'infinito, ma forse bisogna fermarsi e riflettere.

Far riflettere.

Su, ex ragazzi: il rock l'ho scoperto con voi, quante volte devo ripetervelo? Ero in altri generi affaccendata, roba di cui mi ero anche vergognata. Ho visto balenare la libertà oltre la maschera e ciò mi ha dato la carica per un bel lasso di tempo.

Quarantacinque anni, per voi, quaranta per me. Con meno voce, con tanti dubbi, ma con il medesimo fremito di quando ragazzina ho detto: la ribellione è essere se stessi, costi quel che costi, nota dopo nota, assolo dopo assolo e ancora di più tutti insieme.

One last Kiss: dica 45, perché la musica è salute, salute dell'anima. Come un bacio 


Notte e più sei

Tanto più sei sincera, tanto più alcuni ti diranno che non ti capiscono. Più racconti favole e più sarai preso sul serio.

Quel "più"  che tutti ti chiedono, persino te stessa, sembra buttare in aria tutte le carte del gioco.

Ma sei tu che decidi quando smazzare le carte e decidere che si ricomincia. Più sei, meno appari: l'equazione che si traduce in "più vivi".

Notte e più sei 

mercoledì 19 settembre 2018

Notte e piccoli orti

Il bello (si fa per dire, sussurra Arguta Paffuta, spalleggiata da altri Grilli parlanti) è avere grandi sogni, minati da piccoli sospiri.

Io li vedo, piccoli orti difesi con la tenacia di chi ritiene di potersi fermare qui per l'eternità.

Invece, piccoli orti sono spazi di libertà, senza un cartellino appiccicato al cuore.

Piccoli orti mi mormorano che una via di uscita c'è ancora.

martedì 18 settembre 2018

Ha la tosse (pianeta terra)

Sentire che l'uomo che consegna i giornali - da sempre chiamato per definizione "il ragazzo" - ha la tosse e rammaricarsene.

Pensare che forse un millepiedi nel mirino della notte si è messo al sicuro.

Credere che queste foglie pronte ad accartocciarsi, voleranno una volta ancora.

Prendersi cura di creature sfiorate e sfiorare una cura persino per te.

Forse è vita sulla Terra.

Notte e la strada è più chiara

Questo guazzabuglio di vita, che mi incanta a ogni angolo.

La strada è più chiara, quando scende la sera. E tu non hai più tempo, ma vita.

Notte e la strada è più chiara.

lunedì 17 settembre 2018

Notte e non si prende in giro

Ho sempre avuto una soglia di sensibilità bassa alla derisione verso le creature. Su ogni numero di zampe. Con l'età si è fatta ancora più fragile e nonostante il dolore mi va bene così.

Penso che non si prende in giro: un avversario, già piegato e persino vittorioso. Un animale a cui già si è strappato il bene sacro della vita. Una creatura che è stata ferita.

E forse più genericamente, anzi precisamente, una creatura e basta.

Notte e non si prende in giro.

domenica 16 settembre 2018

Notte e cucina mediterranea (siamo tutti oltre confine)

Sto per gustare un menù scozzese, ma sulla carta trovo anche altri piatti che mi attirano, pur oltre confine. Sono nomi di piatti greci, uno mediorientale.

Quando arriva uno dei soci, chiedo di dove sia: italiano e marocchino, mi risponde, rendendo giusto merito a entrambi i genitori.

E allora, che cucina fa qui, Scozia a parte?

Mi risponde prima: quanto mi manca l'Italia. E poi: cucina mediterranea. Io rido, di gusto, perché capisco solo oggi davanti a un piatto che cosa stia dicendo.

Cucina mediterranea: il mare che ci racconta la stessa storia, ma ogni notte in modo diverso per non tediarci. Rispettoso delle nazioni, tanto da andare oltre.

Perché siamo tutti oltre confine.

Notte e cucina mediterranea (siamo tutti oltre confine)

sabato 15 settembre 2018

Notte e prende coraggio la luna

Questa sera è arrivata di soppiatto, ancora sbiadita di sonno. Eppure l'ho riconosciuta, grazie al desiderio di trovarla.

Una luna smunta e rosicchiata all'inizio, che chiedeva solo di affacciarsi sulla scena della sera. Non per ansia di governare, ma per una delicata voglia di non venire meno al proprio, piacevole dovere.

Adesso me la ritrovo qui, con un barlume di speranza che si è fatto più smagliante.

Prende il coraggio la luna, nella sera. E me lo trasmette.

Notte e prende coraggio la luna.

V&A - Talking in the living room (2)

The living room for a city and of the world. From many point of views.
The V&A in Dundee was an amazing discovery. You could get lost in watching the exterior, already expressing its soul. Then you entered this incredible world and architect Kengo Kuma's dream come true. Come true and shared.

He wanted to offer this: a living room for the city. Inside you can find the story and the heart of design, from Scotland and the world. Step by step, glance by glance, you find out that everything  is made by design.  You can reach the idea of human creativity but also of its efforts to better life and to make it easier sometimes.

That's why it looks like a living room for us all.





Through this museum Dundee found a stronger connection with its river. Wood and water hug into a museum. However, when you visit every room and you appreciate the different worlds of design (from textile and furniture to videogames), you find also a stronger connection with the world.

It's true, it's a historic occasion for Dundee, as director Philip Long said. And you can perceive the sense of pride here, as  John Alexander stated. It's shared as well, 'cause all these works tell us what we've been able to do during our history and push us to believe we can do this and more. 

Try not to be moved in the Oak Room: no wonder that Mackintosh is one of Kuma's heroes. The language of nature and that of city: now they can talk in this wonderful living room.

http://neicassettidimalu.blogspot.com/2018/09/v-dundee-direction-1.html

In questo soggiorno, che mi suona più familiare e intenso di salotto, si trova Dundee, ma non solo. Qui c'è il mondo. Prima ancora, la natura, come si percepisce dall'acqua e dal legno.

Il "V&A" è un'occasione per tutti, per ripercorrere la strada dell'umanità e ritrovarci capaci di fare ancora cose straordinarie. Attraverso il design, raccontato passo dopo passo, occhiata dopo occhiata, in tutti i suoi campi e angoli del pianeta.

Provate a non emozionarvi nella Oak Room. Nessuno stupore che Mackintosh sia uno degli eroi dell'architetto Kuma. Il linguaggio della natura e della città risuonano in questo soggiorno che riunisce Dundee al fiume e non solo.

venerdì 14 settembre 2018

Notte e il banchetto della vita

In un cortile delizioso, brindiamo con le parole e il frutto di un saggio sudore. Poi, incappo in tre luci così discrete da farmi gridare.

Oso, quando un altro commensale cita il banchetto della vita.

Che cos'è, il banchetto della vita. Essere qui tra gusti unici e risate semplici. Sì, lo so, le esili candele vicino alle ombre giocano tutto il resto della partita.

Ma intanto sono qui, al banchetto della vita.

Notte e il banchetto della vita.

giovedì 13 settembre 2018

Mio capitano

Non sono padrona della mia vita, ma la stringo tra le dita più di tutti gli altri Pazienza se la sabbia sfugge: anche l'ultimo granello vuole sentire il mio profumo.

I am the Captain. Non ho castelli, navi o poteri, tranne quello più importante: il solco dei desideri sperando di vederne realizzati frammenti,  sotto la polvere della luna.

E qui comando io, anche se non è casa mia. Non per impormi, ma per dire grazie alla Vita.

V&A - Dundee direction (1)

I would like to start... from the start. I've been in Dundee so many times. Six, I think. Every time, I could perceive something different. Worry, hope, plans. I come from Italy, from a textile town. That's why I probably feel I'm so close to a city, who had to wonder once: where am I going? 

Last time before now it was on 17th September 2014. I was in Scotland to cover indyref and I reached Dundee the last day. My friends warned us: there are some works near Discovery.

Well, some works... what it looks like now!

Some places I used to know, disappeared. Some are here or they are approaching.And there is The One: the V&A Museum. Well, I'll be soon talking about it, but today I must watch it from this point of view: the Discovery and the ship Captain Scott launched towards a new future.

Were they scared? Of course they were, I guess, but their passion was stronger. Now, this museum shows me the direction we can follow: to keep the past in order to look for the future. Captain Scott's ship and the small boat it offers, they show true nature of this museum, which is opening on Saturday 15th September.

To strive, to seek, to find, to find and not to yield, like in Tennison's Ulysses.


This is the direction. 

By the accident or by design, as I heard on Bbc today about another subject?

By design, of course. Let's come in!

https://www.vam.ac.uk/dundee

http://www.nomosedizioni.it/limportanzadiesseresecondi




Vorrei cominciare... dall'inizio. Da Dundee, dove sono stata diverse volte. Sei, penso. L'ultima, prima di questa, al referendum per l'indipendenza. I nostri amici che ci avvisano: ci sono dei lavori, vicino al museo del capitano Scott, il Discovery Point?

Lavori? Qui è scomparso tanto, ma qualcosa è apparso.

Compreso "lui", il Victoria and Albert Museum. Prima di entrare, lo osservo dalla nave del capitano Scott, quella che lo portò la prima volta in  Antartide, e la scialuppa a bordo. Da dove più di un secolo fa Scott e la sua squadra iniziarono la prima spedizione.

Erano impauriti? Chiaro, ma appassionati.

"To strive, to seek, to find, to find and not to yield". Come nell'Ulisse di Tennyson.

Prima di entrare nel museo del design di Dundee, risento dentro di me queste parole. E alcune più recenti della Bbc che di altro parlavano. Mi è rimasta dentro quell'espressione: by accidenti or by design, per caso o per progetto.

Per progetto, naturalmente. Anzi by design.

Allora presto entriamo. 

mercoledì 12 settembre 2018

Notte e libero come un fiume (as free as a river)

Il fiume riversa una falsa speranza sugli umani che prediligono i tentativi di potere:  si potrebbe pensare che sia imbrigliato nel proprio destino.

Ma solo perché mostra rispetto verso le regole, non significa che sia prigioniero.

Osservo il Tay da Dundee Law, il suo giocare con il cielo e il suo desiderio del mare.

Un fiume è libero, come pochi uomini sanno esserlo. E io stasera mi sento come lui, con un velo d'argento che indosso per scivolare dolcemente nei miei prossimi passi. 

Notte e libero come un fiume (as free as a river)

martedì 11 settembre 2018

Notte e il vento mi dice che ci sei

Il vento è questa creatura misteriosa, che parla anche per noi. In questa notte fantastica sta già narrando tante storie che mi sa che sarà difficile dormire.

Come quando la tua voce risuona e io voglio sentire la fine della storia, ma gli occhi si chiudono per un istante. Poi si riaprono, per te.

Anche quando volo via per poco, con la tua benevolenza e forse con l’aiuto del vento, lui mi dice che ci sei.
Notte e il vento mi dice che ci sei

domenica 9 settembre 2018

No more Mr. Nice Guy - canzone per la notte

C'è un tempo in cui ti insegnano a essere simpatico o gentile, tradendo la natura dei due termini. Qualcuno la definisce educazione.

C'è un tempo in cui ragioni di testa tua: perché devo piegare la testa senza chiedermi perché?

C'è un tempo in cui essere saggi, ovvero privarci. E dire: no, non voglio essere Mr. Nice Guy o Miss good girl, a prescindere. 

Voglio puntare gli occhi in ogni sguardo e decidere io cosa essere.

Anche se tutti e tutto mi sbraneranno, io intera riderò

No more Mr. Nice Guy

Alice Cooper - canzone per la notte 

sabato 8 settembre 2018

Notte e non chiedo poco

All'ombra di un caffè si presenta un gruppo di uccellini. Uno più ardito punta direttamente ai biscotti.

Sorridiamo, perché chiede poco. Ma non è così. Chiede quel che basta. Ed è molto di più di quanto sappiamo fare noi.

Notte e non chiedo poco

venerdì 7 settembre 2018

Imparare a desiderare

Non ti chiedo di accantonare i desideri. Un balsamo che trascuro e poi mi si offre sfidando la mia pigrizia, è la Filotea di San Francesco di Sales.

Quelle righe non sono suggestive, ma intrise di una saggezza che non mortifica i sogni.

Quante volte mi sembrava mi raccomandassero proprio questo: via i desideri.

Ma come, pensavo, il creatore non ha desiderato metterci al mondo? E rileggendo sento che sì, è così. C'è una richiesta, quasi sussurrata.

I desideri, ti chiedo solo di metterli in ordine. Realizza quelli maturi, gli altri lasciali in un angolino del cuore, finché arriverà il loro momento.

Via l'inquietudine, non perché non si desidera più. Ma perché si impara a desiderare. 

It don't worry me (more human)

It don't worry  me. This song tasted in "Nashville" is following me after meeting a kind humanoid with an even kinder creator, Mr. Hiroshi Ishiguro.

It don't worry me, it doesn't scare me. Well, perhaps the first time he looked at me, I felt judged… is it the right word? Then I talked to Ishiguro and his words were impressive to me. 


We are all looking for the human side. The side we are losing, century after century, day after day. Sometimes we accuse technology, just because we need a guilty guy very easily, like in films. It's too hard to look into ourselves.

So it don't worry me, as they sang in Nashville. 

You may say that I ain’t free, 
but it don’t worry me. 

I want to become more human, or at least I'll try.

7th September, Villa d'Este, Forum Ambrosetti.
Non mi preoccupa. La canzone assaggiata in "Nashville" mi insegue, dopo l'incontro con l'umanoide e Mr. Hiroshi Ishiguro. Sarà perché era gentile e il suo creatore di più.

Non mi importa, mi spaventa.

Va bene, forse la prima volta che il robot mi ha guardata, mi sono sentita un po' giudicata. Non so se sia la parola giusta. Ma le parole di Ishiguro mi hanno colpita.

Tutto sta nel cercare il lato umano. Essere più umani. Quel lato che stiamo perdendo secolo dopo secolo, e via con le accuse alla tecnologia, il cattivo di turno come in un film.

Ma non mi importa, anche se puoi dire che io non sono libera.

Io vorrei essere più umana o provarci.

giovedì 6 settembre 2018

Che ne sai (della democrazia rock)

Uno degli aspetti che mi stordiscono ancora adesso a proposito degli anni Ottanta, è quell'aria di democrazia musicale che mi avvolgeva.

Ormai avevo imboccato la strada del rock, dell'assordante lezione di vita che si scioglieva giusto a qualche sintomatica ballata, del dire no e basta come prima cosa. Eppure lasciavo filtrare dentro la mia vita note e testi ben diversi da quanto avrei dovuto tollerare.

Sarà per questo che oggi mi percuote i timpani della memoria questa canzone di Riccardo Fogli. Che ne sai, l'avrò urlato al mondo anche trecento volte: una frase perfetta da rivolgere da adolescente. E pure più tardi.

Ma oggi la maturità (termine che mi fa un po' ridere, però non ho la pazienza di cercarne altri) me lo mostra da un'altra ottica.

Che ne sai, è una rivendicazione (psico)sociale verso chi cerca di pontificare sulla tua vita. Sul mio cuore che batte come cavolo vuole, su un ricordo, su un'ombra come su un raggio di sole.

C'è persino una frase che incorono, vittima della democrazia rock.

Della mia pace dentro, tu che ne sai.

Diciamolo: anche della  mia voglia di cambiare, che ne sai.




Notte e non c'è più neanche tanto bisogno (grazie 50)

Neanche più mi accorgo della piaggeria, me la devono pure segnalare. E io rido ascoltando storie di omaggi feudali di casa nostra. Un tempo per un terreno, un banale titolo o giù di lì: oggi per carta anche più straccia.

Non c'è bisogno. A cinquant'anni scopri che non ce n'è bisogno. Poi ti senti dire, con estrema ragionevolezza tipica di chi ha tagliato il traguardo del mezzo secolo:

- Non c'è più neanche tanto bisogno.

Così libera, da poterci scherzare. Niente omaggi feudali, nella vita reale e sui social, inchini e like da copione. Solo tanta voglia di camminare lungo la propria strada, con compagni da guardare negli occhi.

Notte e non c'è più neanche bisogno (grazie 50).

mercoledì 5 settembre 2018

Negli occhi

Un giorno passando in un campo saggio di profumi, ho visto tanti sguardi.

Quello di un vitello mi ha detto più di tutti, con dolorese certezze. Molto più di quanto potessi dire io.

Lasciami vivere, lasciami amare, lasciami nutrire di ciò che (per me) è naturale.

E nella mia giornata, alimentata da artificiali novità, è scesa una pacata certezza.

Negli occhi delle creature che meno consideriamo, c'è la saggezza della vita che esplode con dolce potenza.

Notte e sta finendo

La pazienza abbraccia la voglia di costruire. La prima finisce, perché la seconda cerca di nascere.

Sono così fortunata, medito, perché rivoli di scelta sgorgano dal mare della vita.

Sta finendo la pazienza, perché dalle sue ceneri io rinasca.


Notte e sta finendo 

martedì 4 settembre 2018

Notte e sono già qui

Una terra che conosco da sempre. Una che da sempre aspettavo.

Quelle terre che promettono cielo, una sola promessa da te reclamano: io sono già lì. O meglio, qui.

Notte e sono già qui 

lunedì 3 settembre 2018

Notte e se rubano una stella

Le stranezze della notte, quando si risveglia. Mi era parso di vedere il ladro di una stella. Una figura più scura di quel cielo tendeva le mani, forse persino un sacco, sull'astro luminosissimo.

E ancora, mi è sembrato di vedere una lotta: lei che scappava, lui ci riprovava.

Se rubano una stella - mi chiedevo consapevole del fatto che non fosse un sogno - che ne sarà dei desideri?

Ma in una fiaba dipinta nella notte, non si può lasciare spazio alla paura. La stella splende ancora, sento che già si sta avvicinando. Come la mia voglia di sognare,ancora.


Notte e se rubano una stella (sogna ancora)

domenica 2 settembre 2018

Notte ed è tutto troppo bello per non essere vero

La terra si è trasformata in fango dopo queste ore di pioggia, ma questo la rende solo più profumata. Incontro creature così reali, da essere fiabesche. In una giornata così, persino la mia anima potrei toccare.

La campagna, che non conosce le menzogne dell'asfalto, mi rilascia un'infusione di abbracci. E quando mi risveglio nei primi fremiti della notte, io riassaporo ogni istante di verità condivisa.

E' tutto troppo bello, per non essere vero.

Notte ed è tutto troppo bello, per non essere vero.