Di piccole natività è costellato il cammino annebbiato. Luci fatte cadere come per caso, perché è più facile credere così, per qualche perversione umana: creature che cercano ruolo e conforto.
È un padre che ti intervisti, mentre tutti ci lamentiamo delle nostre limitazioni, e lui ti dice con semplicità che suo figlio più grande, l'ha lasciato in un altro Paese, in un altro continente: adesso sono cinque anni che non lo vede, perché non ha abbastanza soldi per rientrare ad abbracciarlo o per farlo venire con sè.
È un gattino solo, che piange disperato e proprio quando per salvarlo stiamo pensando di portarlo al gattile, perché forse era ancora allattato, arrivano dei signori e spiegano che è sfuggito dalla sera prima a mamma gatta. Lei lo sta cercando con tutta l'ansia materna e appena lo riportano, il pianto si trasforma in poppate.
Sei tu, che non ho abbracciato, neanche una volta, e adesso chi sa se ti confortano o magari sei tu, piccola creatura generosa, che stai accarezzando via le lacrime di qualcuno.
Piccole natività, di cui è cosparso il mondo, aspettando di vedere (perché credere agli umani non basta) che quelle luci non sono lasciate cadere per caso.
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