Nel ghiaccio dei piani e delle certezze, si fa strada lei. Una lunga strada, che percorre da almeno 35 anni.
La cartolina di auguri dal mio amico norvegese, con la sua calligrafia gentile e precisa, il foglio che si illumina con il tratto di un sorriso.
Oggi gli amici si perdono con un clic, non solo sui social. Io penso alla fortuna di avere ancora due pen friends del liceo: era una forma così fragile e invece è arrivata fino a questo terribile 2020.
A una di questi amici di penna, di cui invece ho smarrito le tracce, ho pensato molto quest’anno. Abitava nell’allora DDR, mi chiedeva album di Romina e Al Bano e altri cantanti italiani, che le spedivo. Una volta aveva taciuto a lungo, poi mi rivelò la ragione: una polmonite, ma ciò che l’aveva provocata era anche peggio ai miei occhi.
Aveva fatto la coda per due ore al freddo, per comprare le arance. Quest’anno, specialmente questo autunno, ho pensato a lei quando vedo le code fuori dagli uffici pubblici o dai negozi.
Ma questo ghiaccio non mi fa bene. Voglio pensare a una certezza buona, la cartolina dal mio amico norvegese. God Jul.
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