C’è un’ora, anzi due in cui amo socchiudere le persiane e guardare i vecchi cortili: l’alba e il tramonto, quando cambiano sfumature con rapida dolcezza. Quest’anno la neve rende tutto ancora più morbido e il brindisi si avvicina con minore trepidazione, perché questo istante potrebbe durare per sempre.
Casa. Io ci sono sempre stata bene, a casa. Grata. I cortili mi hanno sempre richiamato quelli fiorentini di tanti anni fa, quando feci un mini soggiorno da un’amica. Rigenerante perché ci arrivai pulcino ferito e fiero, dopo che qualcuno aveva pensato di fermarmi complice la mia giovane età. Sono tornata più forte e mi sono ripresa tutto, ma non ho mai smesso di lottare.
Il mio paese è piccolo, non è neanche un paese, ma non si rassegna a essere un rione. Quando lo guardo da qui, mi viene da dargli ragione.
Ho viaggiato tanto, ho la pelle graffiata dai chilometri. Ora sono a casa, consapevole come non ci sia niente di scontato, a partire dall’essere qui. Ho preso il treno quasi senza accorgermene, Homebound Train di Bon Jovi nelle mie orecchie.
Non c’è niente scontato, tutto da lottare, con la gratitudine di chi non si è mai allontanato davvero perché ama socchiudere le persiane, piano piano.
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