Pomeriggi di Santo Stefano, trascorsi a chiacchierare, giocare, un po' poltrire o gustarsi un vecchio film. Fino a quando non c'è la cagnolina da portare fuori, a respirare il sole e a seguire le sue regole naturali.
Così anche oggi, deve avvenire la passeggiata rigorosamente vicino a casa, ma c'è qualcosa di insolito nei viali che identifico solo più tardi. In passato vuoti, ora cosparsi di file minime e ordinate. Famiglie o pezzi di famiglie, amici che camminano diligentemente.
Mi vengono in mente le passeggiate domenicali della nonna della Valle, che erano importanti come per noi viaggiare o godersi chissà quale passatempo. Lei camminava stretta al suo uomo, di cui andava fierissima, e si fermava per uno scambio di saluti: conversare troppo no, il giusto.
Adesso ci osserviamo timidamente a distanza, persino le famiglie non osano procedere a braccetto, quasi a temere di essere giudicate.
C'è però qualcosa di solenne in questi viali ritrovati, la libertà che si scioglie in riconoscenza per la vita e anche quando torneremo a viaggiare, forse, ci ricorderemo la bellezza di questi spazi e la gioia di condividerli.
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