Detesto andare dal parrucchiere, quasi quanto dal dentista.
Ho detto quasi, comunque mi perdonino parrucchieri e dentisti.
Il mio parrucchiere è comunque un essere a sé, che mi
persuade a uscire dalla tana. Prima di tutto, è un uomo e le chiacchiere
femminili non gli piacciono. Ha una rudezza che gratifica l’orso Malu. E’ però
gentilissimo e tenerissimo, intendiamoci, come solo gli apparenteente ruvidi
sanno essere.
Così entro tesa e mi sciolgo prestissimo. Di solito, arrivo
all’alba e lo faccio quasi sobbalzare quando arriva fresco di caffè. Quasi,
perché lui è tutto di un pezzo. Poi, il mondo fuori può anche sgretolarsi, ma
si dedica con attenzione precisa a me. E io gli concedo: li tagli corti, prego.
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