Mi afferra la gola quello stupore, ogni volta: sei diventato immenso e sembri giocare con le nuvole. Eppure, al frizzare di primavera, vedo le punte dei tuoi grandi rami colorarsi di un verde sottile, che contrasta con quello tuo serio, quasi austero.
Come capelli fini, di neonato, i tuoi aghi si ammorbidiscono di vita.
Tu sei il mio Pino Bruno e io per una volta la piccola Marilena, ancora, come quarant'anni fa, quando timido mettesti le radici.
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