E poi incontri Omar, che tu ti ostini a chiamare Nostromo in virtù del suo cappello.
Lo saluti e stai camminando facendoti gli affari tuoi, finché la sua voce gioviale ti ferma: come va?
Tu a trovare frasi di circostanza, prima di offrirgli a tua volta un sorriso. Ma quando ti sei allontanata, senti il pungolo della colpa: perché, tu non gliel'hai chiesto affatto.
Omar e la sua famiglia, in Africa. Omar e il suo sorriso qui. Omar che ci chiede quello che agli altri sembra così ininfluente.
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