Quando scendo dall'auto, sirena senza ritegno, sento che sto affondando. E quando vedo il display sulla fiera "Quaranta gradi" quasi mi congratulo con il mio sesto senso.
O primo. Oppure illusione ancora.
Perché chissà se ci sono quaranta gradi, chissà quando imperversano davvero e quando compaiono su uno schermo quasi per accontentarci.
Io lo so, quando non soffrivo ferocemente il caldo: quando non avevo rifugi illusori, sirene senza ritegno che mi conducevano a non saper più riconoscere le stagioni.
Allora, il caldo era caldo. E io ci stavo maledettamente bene.
Notte e chissà se ci sono quaranta gradi.
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