Chiudo gli occhi e sono in un pomeriggio che nessuno conosce: solo tu ed io. Ho poco più di vent'anni e devo tornare nella mia valle. Arrivo senza dirti niente, la porta si apre come se non ci fossimo viste dal giorno prima, invece era qualcosa di più.
Sorridevi. Come tutte le volte in cui passavo, che mi fermassi un'ora o un minuto.
Sorridevi, lo sentivo, anche quando telefonavi per ogni nostra ricorrenza.
Non te ne sei mai dimenticata una, anche quando la malattia ti ha messo a dura prova. Sorridevi quando passavo, quando dicevo una cavolata maldestra per tentare di distrarti dal dolore.
Non ti sei mai dimenticata di un compleanno, di un onomastico, di un motivo per far sentire che eri vicina. E a me viene invece un magone fortissimo, perché l'anno nuovo in famiglia si è sempre aperto con due telefonate di buon compleanno. Una era per te.
Ma non mi dimenticherò di fartela ugualmente, come non ti dimenticherai mai tu di volerci bene.
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