Tutto è così offuscato, anche quando entro nella cornice del Natale. Lo faccio più perché devo (ahimè ci sono ricascata), perché non vorrei ascoltare o vedere nulla, non oggi.
Ma mentre sono nell'abbraccio della basilica, parlo con un'amica e forse riesco persino a scherzare. Senonché lo sguardo cade sull'orologio e le spiego che è avanti, non so quanti minuti. La voce si affievolisce.
Solo ora, solo in questo momento, persino in questi giorni, mi ricordo perché insisto a lasciare la lancetta più avanti rispetto all'orario reale.
Perché anni fa, forse persino in quel giorno che nessuno conosce, me l'avevi suggerito tu come stratagemma, zia, per migliorare la puntualità. E mi fa male, ma penso anche che tu sei qui, dentro questo Natale che in qualche modo arriverà.
Tuttavia, non offenderti: io sposto la lancetta indietro.
Adesso, non voglio essere più puntuale. O peggio, correre avanti.
Nessun commento:
Posta un commento