martedì 27 febbraio 2018

La fatica e la sorpresa (anche della libertà)

Uguaglianza, disuguaglianze: la bellezza, quando viene dissolta in negativo, si moltiplica sottraendosi alla gioia della sua unità. Basta fare la filosofa: alla Liuc con piglio quasi pragmatico ascolto alla tavola rotonda con l'arcivescovo di Milano  le analisi, le riflessioni, incasso persino con il sorriso l'informazione che la mia fascia d'età è quella più infelice. Anzi, ci ridiamo tutti su (a partire dal presidente Michele Graglia), per cui mica possiamo essere così tristi in fondo, mi dico. C'è già un senso di libertà che affiora, fin dalle prime battute con il rettore Federico Visconti, così forte con la professoressa Eliana Minelli, che riporta al microcosmo, all'individuo, alle disuguaglianze che generano valore e a quello che vengono usate in modo iniquo.

Ma ci sono due parole che mi conquistano con particolare potenza, pronunciate da monsignor Mario Delpini. Sono così diverse, magari persino opposte, eppure  le vedo accostate con armonia, quasi ad aiutarsi.

La crescita economica ha ridotto la povertà, ma le disuguaglianze si sono accentuate? Quella stessa crescita continuerà, migliorandoci o no - a seconda della corrente di pensiero - oppure siamo destinati, come sospirano i giovani, a diventare meno abbienti, meno "fortunati". Mi piace sentire la garbata opposizione dell'arcivescovo di Milano, a entrambe le ipotesi. Non c'è un destino. Non c'è un meccanismo che macina le nostre intenzioni: la responsabilità è di tutti.

Ecco la prima parola che resta con me: fatica. Mica possiamo dire altro ai giovani: bando agli accudimenti protettivi, sì quelli  che devono proteggere dal vivere - sottolinea monsignor Delpini - sì alla promesse. La promessa che ricorda come valga la pena vivere, come non si sia falliti, mai. La promessa di una fatica, che rende così reali. 

Ma poi, ancora più bella: la sorpresa. Mentre ci lagniamo con luoghi comuni, mentre ci flagelliamo, accolgo la percezione dell'arcivescovo. "La mia sorpresa costante, è quanto bene si fa, dappertutto. Il mondo non va avanti per algoritmi, ma per la libertà che impegnano o si sottraggono all'impegno". 
Quella folla sterminata, che compie il bene: mi pare di vederla. Mi rendo conto che anch'io mi stupisco di questa generosità, forse perché avvizzita alla convinzione del male dilagante, ma pronta a rinascere ancora. Con la sorpresa. E la libertà.

1 commento:

  1. Da leggere e rileggere per comprendere quanto ogni ricerca possa stupire per la varietà delle riflessioni...

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