Mi siedo e lui mi rivolge un sorridente: buongiorno. Ha uno sguardo sereno e intelligente, non invadente. Un maglione a coste come non ne vedevo da un po'. Mi dice: sposto la mia borsa così lei può posare la sua.
In fondo, un orso come me ha voglia di parlargli, o meglio di ascoltarlo.
Solo che il mio telefono comincia a squillare e non smette mai. Appena pochi istanti prima di scendere, lo smartphone cede e io mi ritaglio un angolo di civiltà: buona giornata, signore.
Lui mi augura altrettanto.
Mi ha migliorato la giornata, anche se sento un retrogusto di tristezza perché ho perso l'occasione di imparare da un signore gentile. O forse già tanto ho appreso.
Notte e l'occasione perduta
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