Per quanto questo vento sappia sbuffarmi contro, l'aria qui sembra così tranquilla. Sarà che ho sparso tanto Natale, tanto Natale per te, mamma.
Quando ti eri preoccupata del mio primo Natale, avevo solo sei mesi e ti industriasti con papà per farmi stringere tra le manine un dono che restasse per sempre: che io lo capissi o no.
Adesso vorrei che questo Natale fosse solo per te. Un fiume di calore, in questo mare di vita in cui ci sono pochi scogli a cui aggrapparsi per riprendere fiato.
Prioritariamente tu: grazie a te, ho preso decisioni anche dolorose, ho tranciato le mie radici più profonde e scoperto il vuoto di legami inesistenti, ho acquisito consapevolezza di grandi solitudini e di angeli nascosti.
Ora ti osservo mentre vuoi essere perfetta, io che ci ho rinunciato da decenni. Forse ti scapperà ancora un bacio oppure troverai il difetto nel mio allestimento, ma ciò non cambia che prioritariamente ci sei tu e tutto il resto è sbiadito. Anche tutto quel vociare fuori si è spento. Perché ci sei tu.