Un altro sassolino deve uscire deciso: c’era una volta il
tempo, poi arrivò la tecnologia. Siccome le piaceva tanto, pensò di
raddoppiarlo o aumentarlo a dismisura.
Qualche facile prova del nove. Vado in un centro di
elettronica e devo fare un facile acquisto, roba da dieci minuti. Trascorre
un’implacabile ora. Perché l’addetto mica può dire: sì, ce l’ho, prenderlo e
farti un bello scontrino, con tanto di merce come accadeva un tempo. Deve frugare nel computer,
digitare temibili codici, sparire, tornare, emettere fogli (qua ti volevo, ah
ah) e prima che arrivi il tuo piccolo acquisto, sono di mezzo altri ticchettii
sul pc, stampate, firme, spiegazioni orali. Tu ti senti in balìa del tempo, dettato da un vortice misterioso.
Persino per il fatidico faro, per cui ho invocato il ritorno
dell’età della pietra, il povero addetto si è dovuto togliere virtualmente la
tuta e viaggiare sul pc per venti minuti in modo da emettere regolare fattura.
Dovevo stare zitta, invece gli ho detto: ma lei non crede
che la tecnologia abbia cambiato rotta e ci stia avvelenando la vita? Lui ha
alzato la testa e ha sbuffato di sì. Specialmente quando esce a braccetto con la
burocrazia.
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