Ti ho parlato di Ischia, dei cicli di follia che mi hanno percossa, degli aromi che mi hanno stordita, dei desideri e delle viltà.
Ho estratto i miei colori, senza che me ne accorgessi e ho eseguito un ritratto passabile. Me ne sono accorta dalla luce dei tuoi occhi, di come mi spronavi a proseguire con un silenzio soddisfatto. Ed eri già lì anche tu.
Quindi il tuo sorriso si è accentuato e io mi sono ascoltata, stupefatta. La voce era mia, le parole frutto del mio viaggio. Ma l'accento era quello di Ischia. Anch'io ho sorriso.
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