domenica 8 luglio 2012

Una notte a New York

Ai tempi moderni può accadere che un moschettiere parta per New York. E che lo faccia da solo, per questioni di riservatezza: ci sono lavori che da soli si possono unicamente compiere.

Quando parti da solo, anche se sei moschettiere, ti puoi sentire a tratti una donzella, di quelle da proteggere. Va bene così, e non è solo questione di copertura.

Per fortuna, New York - anche quando non teme di mostrarsi immensa - sa accoglierti e coccolarti. Quando meno te l'aspetti.

Ho dormito in alberghi dove la finestra ti consentiva di ammirare il panorama della finestra di fronte. Tuttavia, ricordo una stanza meravigliosa (la stessa dove spiai il match Undertaker-Cena, per intenderci)  che stemperò tutte le mie paure. Si affacciava su un incrocio infinito, e catturava l'atmosfera e le sue luci con i vetri.

Quella sera capii che non potevo tirare le tende, perché dovevo dormire così, abbracciata a New York, e svegliarmi con i suoi sospiri d'alba.

Buon viaggio, moschettiere. Lo sai che ti seguiamo, a debita distanza.

Sognate una notte, a New York.

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