Continuo a guardare le immagini della Siria, accompagnata dal titolo di un giornale tedesco: anche le pietre piangono.
Vite che vediamo spezzarsi, senza versare troppe lacrime, tra la nostra indifferenza e i nostri dotti pregiudizi. Forse le pietre hanno più pietà di noi, poiché hanno racchiuso storie e volti, fino a sbriciolarsi.
Non posso dimenticare lo sguardo di papà quando vedeva alla tv il Libano in macerie, quella terra che gli era apparsa splendente. Per lui la Siria fu più problematica, per un disguido diplomatico. Ma le pietre piangono, e so che anche lui verserebbe lacrime.
Noi, in altro impegnati.
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