L'isola si chiamava così, Andros, e già il nome era irresistibile. Trovata, non cercata, perché lei non chiamava mai.
Trovata, come il saluto della statua sospinta dal vento, tanto che pareva soffiare pure sui sogni dei 16 anni. Libertà pura, al profumo d'estate. E l'idea era che l'estate fosse infinita.
Un'isola greca. Un piccolo cuore in viaggio. Avventure, quiete e quasi un patto di sangue. Da ritrovare, a ogni ricordo. A ogni scoglio che torna a infrangersi sul mare della vita.
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