Chissà perché ti assalgono all'improvviso flash non chiamati. Ufficialmente ho la mente impegnata in una serie di pennellate così ostinate, quando piomba il tuo colore. Non posso definirlo, fratellino.
Stai ridendo, mentre schizzi via sull'auto e io ti raccomando di frenare, perché sono una fifona. Voliamo, mentre i Queen dominano l'aria. E la tua risata è ancora più bella, sotto il cielo di Roma. Il tuo sguardo perplesso a un regalo di Natale: Mari, ma Dickens...?
Mari, preferisci Gaber o Conte? Mari, ma siamo pazzi... Pazzi davvero. Mentre ridiamo, discutiamo, vegliamo su progetti che non riusciamo a voler realizzare.
Siamo troppo immersi nella libertà, eppure ci proviamo. Guarda, forse ci riusciamo davvero.
E poi le battaglie si fanno troppo forti. Mari, è dura, ma ce la faccio.
Me lo ripeti ancora una volta? Anzi no, ridi e basta. Ridi ancora. Ovunque tu sia, ti sentirò.
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