Incrociando ragazzi con il passo spensierato dell'estate, trattengo il respiro.
Forse la mia non c'è più, non davvero. Non è più interminabile, anzi è quasi di fretta. E si ferma a guardarmi appena, perché deve correre già da un'altra parte.
Quel ragazzino sì, sta accogliendo l'estate; difatti, lei sembra disposta ad accomodarsi e ascoltarlo.
Io non la posso inseguire, né la posso rubare. Ma nel prato le sorrido, sperando di convincerla a rimanere, un attimo ancora.
Non ti rubo l'estate, la ricostruisco a modo mio.
Notte e non ti rubo l'estate.
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