Nella festa non sfarzosa, sento un ciao. Un ragazzo dai grandi occhi azzurri mi fissa e lo riconosco solo dopo pochi istanti.
L'ho conosciuto in una scuola pochi giorni fa; ora sta facendo il cameriere, uno dei lavori che svolge anche per coronare il suo sogno. Ho scritto di lui e delle sue contestazioni arruffate. La diffidenza imbarazzata nell'accogliermi con l'amico, il mio rifiuto di concedere un anonimato che andava contro la bellezza di ciò che stavano facendo, la resa fiera.
- Ho letto il tuo articolo. Mi è piaciuto.
Penso alle parole del suo amico, pochi giorni prima: pezzo coerente.
Sei stata coerente: faccio fatica a dirmelo io.
- Grazie. E vai un giorno a Expo, anche per criticarlo, se ti va.
Scuote il capo: no, non ci vado. Aggiunge: ci è andata la mia ragazza, ha detto che è una figata. Poi insiste: ma io non ci vado.
Perché sei coerente, ragazzo. O lo vuoi essere. Il che per me è uguale.
Notte e sei stata coerente.
Nessun commento:
Posta un commento