- Guarda che il libro del Giannino ce l'ho qui, vicino alla mia Liliana.
Se chiudo gli occhi, risuona quella frase, nonno Guido, la prima volta che ci siamo sentiti. Io ti avevo già incontrato solo tra le righe, prima di allora: scrivendo la storia di Giannino Brenna, "Un fiume di bene". Al Museo della seta venivi citato tu, al suo fianco, in un momento di emergenza negli anni Ottanta. E voi avevate risposto: presenti.
Presenti, ancora. Lui nella mia vita, con il suo esempio e il tarlo buono che mi aveva messo nel cercare di scrivere la sua biografia.
Tu con le telefonate, quell'incontro all'Abbondino d'oro dato alla memoria del tuo, nostro amico.
Le mail notturne, che leggevo all'alba, con il tuo dolce rimprovero poiché vedevi l'ora di lettura: ma perché ti alzi così presto? Non riposi?
E io spiegavo: colpa degli animali in casa, loro si svegliano prestissimo.
Poi sei approdato a Facebook e le comunicazioni viaggiavano lì. Questa mattina, all'alba, mi sono stupita di non vedere il tuo buonanotte. Poco dopo leggo il messaggio di tuo figlio.
Nonno Guido è volato lassù, voleva festeggiare il compleanno con Liliana. E poi il Giannino lo abbraccerà, quanti altri non so immaginare.
Grazie per avermi aiutata, sgridata e guidata a scoprire i cuori grandi di Como.
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