sabato 25 agosto 2018

Notte e provando a essere liberi (grazie Gene)

Sfiorare i settanta e raccontarmi ancora questo: che si può provare a essere liberi. Il compleanno di Gene Simmons mi riporta a troppe estati indietro.

Alla prima, di qualche decennio fa, quando mi muovevo come rocker al ritmo di un disco che non avrebbe fatto furore. Ma da allora tornai indietro ed ebbi anche il coraggio di guardare avanti. Capii che puoi mascherarti sinceramente o fingere di essere te stesso, eppure hai sempre quella chance.

Provare a essere libero.

Non è detto che ci riuscirai, anzi spesso ti troverai così in gabbia da chiederti perché.

Ma ogni volta che ti sentirai dietro quelle sbarre, ti incavolerai; non sopporterai i sorrisetti di quelli che credono sia giusto, persino piacevole così. E questo è sufficiente per dirsi vivo.

Sono trascorsi quasi quarant'anni da quel primo giorno, da quando si spalancò la porta sul rock. Io suonavo al piano tenacemente Bach, ma dovevo concluderlo con qualche sacrilegio. Zampate sulla tastiera per raccontare sempre la stessa cosa, tanto pochi volevano ascoltare.

Io volevo provare a essere libera.

Ho suonato e ascoltato pezzi di pochi musicisti che stimavo. Altri, molti di più di cui non condividevo mezza filosofia di vita. Ma poco importava, di fronte a quella sensazione stupenda.

Ho versato lacrime amare, non ancora esaurite, all'addio a Eric Carr.

Ho pianto e riso al funerale di Lemmy, che mi disarmava con il suo candore. Tanti altri in mezzo, con una consapevolezza.

Nessuno nel rock se ne va mai veramente, forse persino nella vita.

Ma oggi voglio celebrare un giorno come tanti altri, così lo definisce credo il Demone dei Kiss: un altro giorno in cui provare a essere liberi.

Buon compleanno, Mr. Simmons

Notte e provando a essere liberi (grazie Gene)


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