Vorresti parlare, poi taci che di parole ne senti troppe. Tuttavia, sai esattamente come ti senti: come questa canzone degli Aerosmith.
C'è qualcosa di sbagliato, di dannatamente sbagliato nell'aria. Una storia nuova e sconcertante, che pur ha qualcosa di orribile e antico. Un detestare, accusare, bollare per etnie e non solo, che esplode con maggior furore con la vetrina dei social.
Vediamo le cose in modi differenti e Dio sa che non è il suo. Forse persino noi.
Così, senza riuscire a esprimere un granché e senza pensare - solo - a ciò che avviene tra le onde, avverto questo disagio fino nella mia città, nelle nostre strade, nei nostri dialoghi stralunati di tifosi su tutto.
Stiamo vivendo sull'orlo di un precipizio, come prima e forse molto di più, perché avremmo potuto studiare alla scuola della storia, frequentare le ripetizioni di umanità e tentare una promozione in extremis.
Stiamo cadendo, ancora, lo sento incalzante anche in queste note. E trovo insieme stupenda e amara la gentile osservazione di Steven Tyler: se sai giudicare la saggezza di un uomo dal colore della sua pelle, be', sei molto più bravo di me.
Una bravura, di cui faccio volentieri a meno, mentre camminiamo sull'orlo del precipizio.
Livin' on the edge - canzone per la notte
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