Sulle rive del lago, una nonna mostra timidamente la sua arte. Magnifiche borse, confezionate con foglie. Le chiedo dove le venda e lei accenna alle bancarelle qui e là. Finché confessa riluttante, che non vuole ricavarci qualcosa.
Lei così dà da mangiare a bimbi lontani, grazie a un prete. La sua pensione, è bassina. Ma c'è anche quella del marito. E poi non è neanche quello il ragionamento.
«Io ho da mangiare, penso a quei piccoli che non ne hanno».
Se io ho da mangiare, sento il grido di fame là fuori. A patto di saper piegare la schiena, di addentrarsi in un campo a recuperare le foglie prima di lasciar brillare la propria arte silenziosa.
Se io ho da mangiare, devono mangiare tutti.
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