Cullati dal sole, diamo uno sguardo al lavoro del contadino di città. La terra è mossa e scura, quasi di broncio, e lui si ferma a parlare con noi.
Pochi giorni dopo, ci sembra che sia nata una piccola foresta. Come foglie di insalata e piantine misteriose. Riparate, ordinate, eppure con un fremito trattenuto: ci mettiamo in testa, da cuccioli, che se il contadino si gira, improvviseranno una danza.
Come foglie di insalata, non si può stare immobili, se non con il pensiero.
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