Da bambina, mi pareva un viale animato. Le vetrine luccicanti, ghiotti coni alla panna con cannella, paste morbide e le focacce riscaldavano l'aria della scuola. Gli orologi che segnavano il ritmo, i colori dei timidi gioielli e vestiti che danzavano.
Adesso, passo un sabato e un lato intero pare addormentato. In affitto, fuori turno o fuori orario.
Brilla un'unica vetrina: è quella della sartina cinese, che splenderà anche la domenica, lo so. Passiamo e sorridiamo, e lei ricambia.
Voglio solo attraversare la strada e ritrovare un po' di fermento, pur tra aiuole sbiadite che poca fiducia ispirano nell'umanità. Riesco a ritrovare i vecchi quaderni, che neanche più saprei come usare, e altre tracce di luci, memoria del vecchio viale.
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