giovedì 29 gennaio 2015

Papà, non sono cambiata (e sei felice)

Ogni volta che visualizzo le mie scarse capacità commerciali e la mia confusione filosofica, affiora quel ricordo.

Siamo da amici, in Piemonte. Tu mi scorti, con la tua saggezza e con la concretezza di chi ha venduto telai in mezzo mondo. Si avvicina un vu' cumprà, allora piuttosto rari, e cerca di venderci un orologio. Vuole venti, ne vale cinque, e tu per bontà e pratica ne offri dieci. Trattate, e viene via a qualcosa più di dieci.

Io sono in lacrime: ma papà, quel signore lo vendeva a venti.

- tesoro, ne valeva cinque, sì e no.

Io non capisco, non voglio capire. E tu scuoti la testa, ma sorridi.

Papà, non sono cambiata. Non so vendere e non sono in vendita, per cinque, dieci o venti.

Tu non scuoti la testa, lo so: sorridi.


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