Ci provo, a non avere paura, ostaggio delle suggestioni. In metropolitana prova a pensare che il tizio con valigia che ti guarda strano, si chiede perché quella tizia lo guarda strano. E non vedi polizia,perché ben occultata. E forse la sala con una folla di giornalisti è un obiettivo meraviglioso.
Ci provo, a non rattristarmi. Lì a imparare, tra disorganizzazioni croniche e propensione altrettanto cronica alla rissa. C'è sempre da incavolarsi e le domande sono travestite da auto affermazioni.
Eppure splende nel grigiore Milano, i suoi grattacieli dolcemente insensati,morbidi e incerti. E tu corri, e pensi: forse ci apparteniamo davvero.
Ma è solo quando sei nel parco malconcio, con i cani che giocano in preda a felice follia. Non si stancano mai, solo l'ultimo sole, e nemmeno tu.
Solo in quel momento, tutto metabolizzato, senti quanto siamo liberi.
Notte, eppure siamo liberi. Tutti.
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