Nell'ultimo respiro del parco prima del buio, giocano due ragazzini, superstiti al richiamo di casa.
E ridono, si arrampicano su altalene troppo piccole per loro, sparano una parola forte per sentirsi grandi. Poi, si guardano un po' spaesati e tentano la carta di un gioco.
Cifre che si rincorrono, si sommano, si dividono. E tu sai cosa fa ottocentomilatrentaquattrovirgolaventi diviso trevirgolacinque. L'altro ride e ci prova, quindi rilancia. Finché annoiati si arrendono alle più semplici tabellone. Quando uno sbaglia e l'altro accusa, replica: lo so, l'ho fatto per confonderti.
Ultimo sguardo, ultima risata. Ragazzini che giocano coi numeri, o numeri che giocano come ragazzini.
Notte e numeri che giocano.
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