Ancora troppo stanca per vederla, già vigile per gustarla
con l’udito e la pelle. Una tempestella mattutina ha cercato di svegliarmi,
battendo il lavoro incessante di Mastro Cip e compagni.
Un tintinnio, un piccolo ruggito di libertà, un invito a
correre via. La tempestella che ti scuote, senza essere ossessiva. E quando ti
decidi ad arrenderti, ti ha già consegnato un cielo di un blu travolgente,
sotto l’eco di una risata.
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