Per una stradina solo apparentemente smarrita, sono giunta alla cascina magica. Due cani facevano festa, ma era la capra che si industriava nel vegliare, fissa sullo scenario del lago Maggiore, con lo sguardo diffidente.
La cascina degli amici finalmente si è mostrata, con i suoi angoli fatati, gli attrezzi dimenticati, cartelli che provengono da altri mondi. Uno urla: lotta alle mosche, disposizioni di legge. E credo che solo per quelle lettere antiche stampate, qui nessuna ala si affacci.
Profumo di mele e salami, bottiglie di vino e di ogni ben di Dio, un angolo dove scriverei mille racconti. Ma certi rifugi non sono per tutti. Ti lascio, cascina magica, ma tornerò.
Nessun commento:
Posta un commento