Ne andava matta, la mia prof di piano, e io da rockettara antitutto ne sorridevo. Con rispetto, perché la mia maestra era il mio mito. Sarei stata ore ad ascoltarla, che parlasse o che suonasse.
Lei diceva: io adoro Doris Day. E io, indossando la felpa più nera e ribelle che avevo, mi rifiutavo: troppo ostentatamente felice, quella donna. La vita è altro che mangiare margherite.
Poi mi sono lasciata fregare da qualche film e soprattutto da Hitchcock. Que sera sera, ciò che sarà sarà. Ma cantando quel motivo, lei trova il filo che si beffa del fatalismo e le fa trovare il tesoro, ponendolo al sicuro.
La prof di piano amava Doris Day, e aveva sempre ragione.
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