Duemila morti in Nigeria, non riesco neanche a immaginarli. Devo immaginarli. Allora, mentalmente vado nel mio paese, quello che mi coccola quando voglio fuggire o meglio vivere diversamente.
Sono quasi 1.900 anime. Arrivo in centro e tutto tace. I negozi, i bar sono spenti come i sorrisi. Nelle case, porte spalancate e silenzio che neanche più il dolore può parlare. Nei campi le mucche, i cavalli, gli asinelli si guardano attorno, impietriti dalla solitudine. Salendo, non trovo nessuno nelle cascine.
Dai miei amici, neanche passo perché sono annichilita e non potrei sopportare il silenzio anche lì. Io stessa devo andarmene o sento che non esisto più.
Il mio villaggio, non esiste più.
Questo è quanto è accaduto in Nigeria.
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