Il risotto si trusa, la polenta si mena. Ascolto il linguaggio che è anima, dolcemente offerto dall'amico più saggio che io abbia.
Sta menando la polenta. C'è un senso di tenacia, misto a pazienza, in quel verbo. Come a percuoterla, senza ferirla, senza stancarsi, senza abbandonarla a solitario destino. E mentre si mena la polenta, giocano nell'aria calda pensieri e ricordi. Uno di questi ultimi è la crosta che si stacca dal paiolo, e noi - quasi già sazi di morbidezza e fumo - a volerla come premio.
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