Troppo comode le stelle, come rifugio dei pensieri. Specchi di luci condivise, ma ormai così lontane.
Troppo distanti per impegnarci e persino per indignarci.
Troppo comode le stelle, per non fare passi sulla terra. E così morbide da non farti tornare mai sul pianeta.
Belle e dannate, perché nella dannazione dell'immobilismo trascinano noi.
Così stupende, troppo, per darci alibi e tenerci lontano da noi. Così riabbraccio il grigio giorno, per camminare nel fango morbido della vita.
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