Ho la fortuna di far parte della giuria del premio Mario Berrino. Leggo, scruto, voto, ogni volta scossa da un dubbio. E quando sento le opere scorrere durante la cerimonia di premiazione, l'ultimo pentimento ancora.
Perché avverto che l'amore più vero è quello messo alla prova dalla malattia o dalla solenne separazione che pochi di noi sanno nominare. Che l'amore è straziato dal destino invidioso, o che deve portare le lacrime per farsi capire.
E poi un amore sorride, via whatsapp. O pensa un po', si trasforma in una torta. O ancora muove i passi del tango e porta un ritmo di emozione.
L'amore che è ferito, l'amore che è una torta: entrambi sorridono nella sala incantata di Ispra, mentre la musica e i fiori incorniciano la commozione.
L'amore di un marito, di una fidanzata mancata, di un padre che sembra essersene andato ma è ancora lì orgoglioso a guardare.
Tutto è amore, se si vuole ascoltare.
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