Per quasi cinquant'anni, mi sono fermata all'ultimo piano conclamato. Quello in cui abitano persone e sogni. In queste ore, sono salita puntuale fino a quell'ultimo piano, poi ho guardato la cagnolina che spingeva il muso su, verso l'altra rampa.
Lassù che cosa c'era? Detto in modo realisticamente banale, la porta a cui accedono i tecnici dell'ascensore, ma io per la prima volta l'ho vista in un altro modo: un ulteriore luogo da esplorare. Gradini in più, il fiato corto e felice di aver superato un livello, una sazietà.
Siamo arrivate su, come se avessimo scoperto l'America. E forse un po' è stato così.
Perché cresco di curiosità.
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