Dalle mie parti la nebbia si riveste di infiniti nomi. Non ce n’è uno che abbracci sufficientemente il generico concetto.
Negli anni, la nebbia si è ritratta da noi, eppure noi non ce ne siamo dimenticati. Nei miei perenni viaggi, quando la trovavo di notte, ero indecisa tra paura e il tepore che crea la familiarità.
Adesso questo tempo è intriso di nebbia e non mi sento di aver paura. Perché da queste parti la nebbia è più concreta delle incerte stelle: la accarezzi e forse ci ascolta pure.
O forse possiamo cominciare ad ascoltarci noi.
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